mercoledì 8 luglio 2015

QUANTE PREOCCUPAZIONI ....

RENZI HA FATTO UN GRANDE  FLOP ...








Per la prima volta in cinque anni Matteo Renzi è costretto a inseguire.
Il “no” della Grecia alle proposte dei creditori internazionali riaccende le polemiche nel nostro Paese, e al centro del fuoco di fila finisce, ancora una volta, il presidente del Consiglio.
Che ora deve pensare a efficaci contromosse per non perdere altri consensi, dopo quello lasciati sull'asfalto delle elezioni amministrative 2015.



 OPPOSIZIONE AGGUERRITA. Non è un buon momento per il premier: l'azione del governo non decolla, i detrattori si stanno organizzando in forze nuove di opposizione nel suo stesso campo e a destra è ormai nato un movimento di protesta populista che sta intercettando pancia e voto di buona parte degli italiani.



 GLI ESPERTI SPIAZZATI. A Palazzo Chigi erano state studiate diverse soluzioni di comunicazione, sia che avesse prevalso il 'sì' sia che avesse prevalso il 'no'; questo divario così netto ha però spiazzato anche gli abili - ma non infallibili - esperti al servizio del premier, che dopo diverse ore è intervenuto nel dibattito con una dichiarazione su Facebook che non chiarisce del tutto la sua posizione.




 CON MERKEL O TSIPRAS? Toni nettamente diversi da quelli usati alla vigilia della consultazione popolare greca, quando l'ex sindaco di Firenze, dalle colonne de Il Sole 24 Ore, sparava ad alzo zero contro le mancate riforme di Atene: «Il punto è che la Grecia può ottenere condizioni diverse, ma deve rispettare le regole. Altrimenti non c'è più una comunità. Noi abbiamo fatto la riforma delle pensioni: ma non è che abbiamo tolto le baby pensioni agli italiani per lasciarle ai greci, eh!».










Smarrita la vicinanza tra il leader e i cittadini

Che ci sia un deficit nella comunicazione di Renzi, però, è evidente.
Già da mesi, infatti, nel campo a lui più congeniale toppa.
Tanto che in molti pensano che la sua spinta propulsiva si sia affievolita, e qualcuno (pochi a dire il vero) addirittura esaurita.
E anche quel rapporto che i tecnici chiamano “top-down”, per indicare la vicinanza tra popolo e leader, pare essersi interrotto.





 Un'altra batosta per i leader delle istituzioni europee che più si sono spesi per il sì nel referendum greco. Il primo a finire nel mirino è stato il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz. Diversi parlamentari, infatti, hanno firmato una lettera per chiedere le sue dimissioni.









Anche Jean Claude Juncker, presidente della commissione europea e autore di scambi di battute sferzanti con Tsipras, è sotto tiro. Già prima del voto, eurodeputati del M5S e di altri movimenti euro-critici o euro-scettici gli avevano contestato d'essersi presentato a rapporto davanti al gruppo del Partito popolare europeo, ma di non avere mai informato sull'evolvere della crisi l'Assemblea plenaria. Dopo il referendum, Juncker ha fatto un passo indietro, affidando al suo vice Valdis Dombrovskis i primi commenti dell'Esecutivo comunitario.


DA LUNEDI' TUTTI I QUOTIDIANI DANNO QUESTE NOTIZIE .

VI CITO IL QUOTIDIANO : IL GIORNALE .




QUESTO E' UN FATTO EVIDENTE NON ABBIAMO BISOGNO DI APPRENDERE QUESTE NOTIZIE DAI QUOTIDIANI ............

Tutte queste Notizie le avevo anticipate nei mesi scorsi oggi ci ritroviamo che siamo in condizioni di allarmarci perchè è evidente che siamo in una grande BATTAGLIA e non si sa come gli Italiani ne uscirano .



RENZI SA BENE DI ESSERE ALLA FRUTTA.

BUONA GIORNATA  A TUTTI .

ISIDE


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