lunedì 27 giugno 2011

HAI TORTO ? INSULTA L'ALTRO.















PER TUTELARE LA NOSTRA IMMAGINE SIAMO DISPOSTI A TUTTO, ANCHE A INFANGARE E A CONTRADDIRCI.
IN BUONA O CATTIVA FEDE.

Nel 1959 a Ypsilanti , nel Michigan , lo psichiatra Milton Rokeach chiuse nella stessa stanza tre pazienti che credevano , tutti e tre, di essere Gesù Cristo . Sperava che qualcuno di loro , specchiandosi in una follia identica alla sua, rinsavisse .  L'esperimento fallì : accesi battibecchi , i tre semplicemente smisero di parlarsi , rimanendo peraltro fermi nella loro convinzione . Prima di allora , uno aveva fatto in tempo a rilevare a Rockeach : <<; E' assurdo , quei due là pensano di essere me; ma se fossero Gesù Cristo , non starebbero certo in manicomio>>.

Sarà stato matto , ma dimostrava ottime doti in una specialità dei sani , la menzogna auto assolutoria : quella che raccontiamo in primo luogo a noi stessi, strepitando per attirare l'attenzione sulla pagliuzza nell'occhio altrui , secondo la famosa metafora evangelica .


Ci aiuta, in questo, un dono, forse divino , forse dell'evoluzione : la nostra radicata capacità di contraddirci . E ci ostacolano i dettagli : così difficili , a volte , da sistemare .

Stratagemmi Retorici ; Offendere per mascherare un torto è uno dei consigli dati da  Ludwig Artuhur  Schopenhauer. <<   ; l'arte di ottenere ragione>>.

Io ho letto questo articolo trovando : un leggere       che ti porta a riflettere bene sul chi sei .... e Di come nella tua vita percorsa ti sei comportato.

quale riflessione vi porta questo leggere???
Buona giornata .
Iside

5 commenti:

Paola ha detto...

Buonasera carissima Iside,
leggendo questo testo colgo due aspetti:
il primo è che spesso siamo portati a vedere il granello di sabbia nell'occhio dell'altro e non vediamo la trave nell'occhio nostro;
il secondo è il ruolo fondamentale che ha il dialogo in qualsiasi tipo di rapporto, purchè però,ci sia la disponibilità di "ascoltare" e il cuore aperto a migliorare.
Un saluto
Paola

Amelia ha detto...

Carissima Iside ci offri sempre spunti di riflessione interessantissimi.

Leggendo ho pensato: forse è da quanto scrivi che deriva il detto "la miglior difesa è l'attacco"

Un saluto a tutto il blog

Iside ha detto...

Per me non è difficile questa è la mia lettura ..... Letteratura , e Filosofia sono i pilastri della cultura ,, ma sopratutto ti portano a Riflettere perchè tutti lo sappiamo "IL MONDO E' MARCIO"
non ci sono speranze per un nuovo futuro ..........

Baci Iside

Main ha detto...

Cara Iside il tuo Renato ti scrive…

Quel che sembra caratterizzare lo stato di salute mentale, ma non solo …. è la flessibilità. La rigidità o sclerosi è la malattia. Un aspetto della rigidità nei comportamenti è la noiosità. Le persone noiose sono ripetitive, prevedibili e spesso così
attaccate, direbbe Flaiano, ai loro principi da farli crollare! La ripetitività sclerotica è altresì comica. La vicenda dei tre pazzi a confronto che si credevano Gesù citata da te Iside è deliziosa ed emblematica! Però anche in un caso come questo l’ambiguità di fondo ineludibile si manifesta ai sani di mente o che si presumono tali. Chi era più pazzo dei quattro? Lo psichiatra o i tre Gesù? La logica per esempio in sé non è flessibile. La teologia monoteista non è flessibile. Un individuo che nel corso della sua parabola esistenziale sente avvicinarsi il naufragio si attacca al relitto per non mollarlo più e affondare con esso. Quei tre pazzi erano buoni teologi perché il Cristo Figlio del Dio unico è a priori unigenito. Ne consegue che non possono esserci tre fratelli Gesù Cristo. Una situazione del genere non avrebbe creato problemi a dei pazzi pagani politeisti. La religione pagana abbonda di gemelli mentre non ce n’è uno nella Bibbia. Ciò è conseguenza diretta dello stabilimento del Monoteismo che è talmente radicato nell’ Islam da rendere insopportabile il mistero Trinitario del Cristianesimo. Non c’è a priori dialogo se non c’è pluralità. Un altro assoluto è offerto dalla personalità. La personalità è una a priori. Quei tre pazzi piuttosto che dividersi in sé stessi hanno mantenuto il loro punto di vista e ritenuto pazzo quell’altro. Era in giuoco l’unità della loro persona anche se del tutto demenziale. Quello che fa più brutta figura è lo psichiatra. Se ci avesse riflettuto avrebbe previsto l’esito dell’esperimento e non l’avrebbe compiuto. Tutto questo Carissima Iside serve d’introduzione a un aneddoto personale che ti voglio raccontare a difesa per così dire di quei poveri tre pazzi. Interpretavo la parte di Tartufo nell’omonima commedia di Molière a Teatro Due di Parma. Erano mie “partner” la grande Paola Borboni e l’affascinante Bozzolo. Era una rappresentazione pomeridiana, cioè dall’attenzione un po’ allentata, e stavo fuori delle quinte, in attesa di entrare in scena, a chiacchierare con una costumista. Totalmente distratto mi ero dimenticato di entrare sulla scena. Fuori di sé l’oggetto del mio desiderio scenico venne a chiamarmi. Mortificatissimo entrai in scena e cercai di rimediare l’errore. Non potevo certo condurre l’azione come facevo di solito, sicuro di me stesso e potente. Era la scena della seduzione in cui avrei portato Lei, che peraltro fingeva, al punto di cedere. Cercai di reinterpretare il personaggio come un individuo sclerotico, fissato, maniacale …. per dare un senso all’inatteso della situazione. Fu per me una rivelazione. Feci il pazzo per coerenza con l’imprevisto di una situazione. Può accadere che un’ individuo confrontato al caso, al destino a volte polimorfo per coerenza col modello di una personalità, di una maschera che andrebbe abbandonata come il guscio stretto di una mollusco che cresce, diventi pazzo per coerenza a un modello inadeguato e scelga di rimanere lo stesso piuttosto che cambiare. Se la conoscenza del futuro non serve a cambiare in qualche modo il futuro, tanto varrebbe non conoscerlo.
L’ ostinazione, la rigidità possono degenerare in follia o suscitare il ridicolo. La vicenda dei tre Gesù è anche questo. E poi anche vi è un tema di scelta tra intelligenza e certezza. Le persone intelligenti crescono nel dubbio come suggerisce Sant’Agostino, gli imbecilli nella sclerosi della ragione o della fede!

Tuo Renato

Iside ha detto...

Caro Prof. Renato che le posso dire ...
La metterò come post .
Lei non solo ha avuto una Cattedra alla Cà Foscari ma noi solo sappiamo quante Lauree Lei abbia e quanto mi ha insegnato .

Sarà un mio Onore mettere questo post in prima pagina oggi.
Grazie sempre un grande previlegio per me un suo scritto .
Non mi sarei mai aspettata che un Uomo del suo Spessore fosse sempre presente con un allieva che non è mai sazia di culturarsi.
Grazie ancora un abbraccio a Lei e alla mia splendida amica e sua consorte.
Iside