martedì 23 marzo 2010

Lino Toffolo una verità .




Penso ci sia poco da aggiungere Lino Toffolo ha scritto questo articolo nel 1991 come vedete e potete anche constatare negli anni sempre peggio siamo andati .....

Povera Italia come ci hanno ridotto .

Grazie a coloro che mi hanno mandato questo articolo : Professore Renato Lei si che sa come ci calcolano quando si siedono in quella sedia e non la vogliono mollare perchè stanno caldi di tasche e di rispettabilità .

Buona giornata a tutti anche a chi non fa il loro dovere .

Iside

17 commenti:

christian ha detto...

HOMO HOMINI LUPUS

Uomini, libertà o sottile gestione dell’umanità?

Politica o a-politica?

Chiesa o potere?

Libertà o utopia?

Libertà di pensiero o censura?

Temi scottanti di cui vorrei parlare ma forse e’ meglio che non lo faccia, per non oscurare il Blog?

Lascio a tutti esprimere un loro parere alle mie domande….e riflessioni…..

Le televisioni, gli educatori, i potenti, fa il bene per il prossimo o crea il concetto di superiorità, inferiorità, sfruttamento, fragilità e vittime di un sistema…….ma quello che piu’ c’e’ da chiedersi:

questo sistema è creato appositamente?

Ecco io vorrei sintetizzare con una frase in latino tutto ciò e come ho aperto il post lo chiudo:

HOMO HOMINI LUPUS

Anonimo ha detto...

Ciao cara Iside,
ti ringrazio della tua risposta. Non ti devi scusare.
Tu mi avevi detto di non cercarlo perchè lui ha molta confusione, di non pensarlo più di tanto. (Luigi 03/07/1961).
Così io sono stata ferma, non l'ho cercato. Aspettavo che lui si sarebbe fatto sentire.
Secondo te, carissima Iside, allora mi devo muovere io adesso?
Cosa mi suggerisci di fare?
Ti ringrazio immensamente per il tuo aiuto.
un bacio e abbraccio forte
Bortolina 08/07/1963

Iside ha detto...

Bartolina cerchiamo di rispettare un post non avevi scritto nell'altro ??? e io ti ho risposto sull'altro .
come questo!!!!

e non parlare in questo poist di cose così poco importanti.

Rispetto !
e lasciamo spazio a persone come Cristian .

Iside

Iside ha detto...

Per quanto riguarda Christian,

direi bravo bravissimo io penso che non ne hai sbagliata una.
Dico solo che siamo noi a farci rovinare , A Brasilia capitale del Brasile nel 2005/6 non ricordo di preciso ma vi garantisco se guardiamo come notizia la ritroviamo, il paese lavoratori ,contadini , e tutti erano alla rovina perchè le tasse non davano a loro e famiglia nemmeno la soppravivenza pagavano , pagavano , persone portate come in Italia al suicidio Guardiamo esempio nel nostro Nord Italia quanti imprenditori e non ,si sono suicidati in due anni e padri di famiglia , ritornando al discorso Brasilia cosa hanno fatto il popolo ma tutti assieme : loro sapendo quando si riuniva tutto il parlamento si sono armati di zappe , badili , e altri attrezzi per la manutenzione della campagna facendo una rivolta in parlamento bastonando tutti i politici finchè chissà perchè le tasse si sono abassate e il popolo ora e da allora vive meglio di noi .

Quando avrete un pò di denarino andate e vedrete quanto è bella Brasila

Quindi caro Cristian so che è pericoloso parlare in special modo in questo periodo ma cè una cosa da dire che noi siamo alla fame .

Pensi che nessuno oltre te abbia il coraggio di scrivere il loro pensiero buono cattivo o contro .... ma un pensiero .

Mah caro vedremo .

Grazie Iside

valentina ha detto...

Il punto è che per essere Originali.... bisognerebbe tornare...alle Origini...più andiamo avanti più i ricchi diventano ricchi e i poveri sempre più poveri....
Ma.... all'uomo manca il capire...che poi gli permette di poter fare...."nessuno può farci più male di quanto noi stessi ce ne facciamo"... Einstein all'epoca diceva:
"Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose.
La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere 'superato'.

Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza. L' inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c'è merito. E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla."

.....
Ma se l'uomo non capisce queste parole..."vecchie"...non può capire nemmeno quelle "nuove"....
Solo quando a pensare in quel modo "retrogrado" saremo la maggioranza allora le cose cambieranno....eccome...

Valentina

MIRKO ha detto...

Una buongiornata a chi visita questo blog e a te cara Iside ,volevo fare un commento a questo post... Mone o furbi poco importa sono certo che il bene prevarra' sempre sul male ... accade sempre un qualcosa che ristabilisce tante situazioni negative ...ognuno ha il diritto di vivere la sua vita !questo è il mio credo e rispetto anche chi la pensa diversamente... buonagiornata ancora!MIRKO 11-10-81

Anonimo ha detto...

Buongiorno Iside, buongiorno a tutti, anch'io sono del parere di Mirko che il bene prevarra' sul male, almeno, con questa speranza andiamo avanti giorno per giorno, altrimenti, cosa stiamo a fare....
Condivido il testo di Stefania e non aggiungo altro .....
Iside la vendita che ho in mente di fare avra' esito positivo e riusciro' a far girare la ruota per il verso giusto?
Grazie a Iside e a tutti voi del blog.
Claudia 22/4/1961

Anonimo ha detto...

Cara Iside,
mi scuso per aver tolto lo spazio alle persone con cose più importanti da dire. Ho sbagliato post per scriverti, comunque il mio rispetto non viene meno.
Auguro a te una buona giornata e scusami ancora.
Baci Bortolina

Anonimo ha detto...

Buon pomeriggio Iside.
Sono in dolce attesa e il mio termine sarà il 04/04/2010.
Nella mia vita il numero 4 è molto ricorrente.La mia prima figlia è nata il 04/07/2006 e il mio matrimonio religioso è stato celebrato inaspettatamente il 04/02/2006.
Come vedi in questa data mi sono successe delle cose indimenticabili.
Cosa significherà questo numero 4?
Che dici che la bambina nascerà anche il 04 o fuori termine?
Ti ringrazio della risposta e ti auguro una buona giornata e sopratutto tanta serenità.

Cinzia, 01/01/1977

christian ha detto...

Leggere questo Post è come mangiare cavoli per merenda !!! :-)

Un caro saluto a tutti !!

Iside ha detto...

Cinzia , , non è un male vuol dire che tu sei molto legata e che nel tuo percorso di vita è un numero positivo e di accompagnamento per la tua fortuna .
Iside Bene molto bene

Anonimo ha detto...

Salve Iside e salve a tutti.
Propongo qui il mio intervento prendendo spunto dagli ultimi post di Iside e da alcuni altri interventi . Valentina correttamente ci parla di crisi come opportunità e Homo Homini Lupus individua un vile limite umano. Non sono per un pessimismo cosmico ma finchè quel ‘difetto comportamentale’ del singolo all’interno della società non viene compreso e condannato come patologico anziché osannato e approvato e imitato come via al successo, finchè quel ‘difetto’ non entra esso stesso nel più ampio lavoro di revisione e innovazione che la crisi ci offre, penso che i risultati tarderanno a prodursi o non potranno che essere parziali e ancora una volta intimamente viziati.

Raccolgo un po’ di pensieri che volevo già pubblicare nei giorni scorsi.

PARTE I

In merito alla serenità economica e lavorativa: io mi appoggio al tuo augurio Iside: che ognuno possa trovare il proprio posto e possa tornare a casa sereno. Molti animi adesso questa serenità non la conoscono più, ogni giorno viene minacciata o per una imminente chiusura o per una riduzione di personale o per un piano di ristrutturazione industriale o per tanti altri interessi taciuti ma in realtà noti: paradossalmente la macchina dell’abbondanza ci dà ora la sua povertà (materiale e spirituale) … avete notato come anche i maggiori tg non mancano sempre di profondere alla loro fine ( 5-10 min su 30) tanti freschi o riciclati servizi ( o meglio sciocchezze) di gossip o costume o chirurgia plastica… ci vogliono aiutare a vedere ‘la vie en rose’…

L’immobilità, di certo, non appartiene alla storia: tutto non resta immutato nei secoli. Nel corso della storia a periodi di stasi sono sempre seguite ’rivoluzioni’ che sconvolgono l’ordine precedente, superano il ‘vecchio’ e introducono il ‘nuovo’ : tutto è del resto movimento: dai moti dell’anima a quelli dell’universo. Nessuno però vuole qui negarsi la sicura speranza e la fiducia in un cambiamento positivo e rinnovatore …la ‘trasformazione’ pretende l’abbandono delle strutture stabilite di cui si siano riconosciuti limiti e difetti dal confronto critico con la realtà presente che più non aderisce a quelle vecchie strutture. È una fase di sofferenza, ma dopo la sera viene l’alba e quindi il pieno giorno: la fase di nuova crescita diviene possibile.
Questa dei nostri giorni è la fase di trasformazione: lo vediamo e lo stiamo pagando il cambiamento delle vecchie strutture che passa anche nella forma della disoccupazione … ma io sento solo tante parole che non tracciano nel futuro linee sicure, è un farneticare di voci, tutte autorevoli certo…che profonda tristezza quando uno nel quotidiano si guarda attorno e non può non notare come ci sia una vergognosa e lobbistica resistenza che vuole perpetuare i miopi modi del vecchio (il becero consumismo a crescita esponenziale illimitata; un solo esempio: l’Italia, paese del sole, usa per l’energia il carbone, sì insomma come nell’Ottocento agli esordi della Rivoluzione Industriale quando le capitali europee divennero nere e fuligginose e puzzolenti … e vuole tornare al nucleare…e le scorie???) , le banche non hanno fatto che moltiplicare l’apertura di nuove sedi e a stringere il laccio della borsa, le forme tumorali della new economy non hanno fatto altro che gonfiare bolle speculative e l’idea del soldo facile o facilissimo…Avete poi notato cambiamenti reali, concreti, tangibili nelle vostre cose o sono solo ologrammi di una realtà televisiva? Alcuni sono ancora sui tetti e non sono i nostri gatti …. Intanto c’è chi onestamente prestava il proprio lavoro e si è ritrovato in mezzo alla strada o nella buia prospettiva della cassaintegrazione o nella ancora più buia morsa della disoccupazione; non pochi imprenditori o lavoratori, perdendo ogni speranza, si sono sentiti troppo soli, sono diventati invisibili e senza voce, scomodi e ingombranti perché non più produttivi…alcuni hanno visto troppo buio … (continua) ...

Anonimo ha detto...

PARTE II …continua…

La pesante spinta pessimistica non viene per me solo dall’immediato confronto con la situazione economica di alcuni anni fa, ancora meglio con i galoppanti anni Novanta, la spensieratezza degli anni Ottanta o l’industriosa crescita degli anni Sessanta (si noti ancora l’alternanza ciclica di periodi di espansione e contrazione), questo pessimismo è un risultato del nostro modello culturale occidentale: la società del consumismo che tutto divora e non è mai sazia in cui il lavoratore è inserito come macchina all’interno dei cicli produttivi. Questo carattere sociale si insinua e plasma la psiche umana fin dalla nascita e costituisce il buon senso comune cui conformarsi per il buon funzionamento della macchina sociale.

La nostra è una democrazia in cui il tutto è uno e l’uno è il tutto. L’uno, cui il tutto affida la gestione del potere, deve perseguire il bene comune ( non il bene di pochi…) e nel conseguimento del bene comune, i principi del patto sociale ( legalità e solidarietà ad esempio e non il solito magna magna…) devono ( e non dovrebbero…) essere onorati implicitamente e con lealtà da parte di tutti i suoi membri (chi fa eccezione danneggia il resto della comunità…). Ho trovato in internet questa massima di Thomas Browne che nel Seicento ammonisce: "Sbaglia certo chi elegge amico un avido". Perché l'amicizia, per essere davvero tale, è disinteressata e vive del reciproco aiuto; egoista l'avido: il suo interesse prima di tutto.

Ma rifletto brevemente sulla comunità soggiogata agli interessi degli avidi: non condanno il denaro, il denaro è un mezzo non un valore ma, riconosciuto come valore, l’avidità si insinua e lo degenera, non dico a male, ma almeno a problema.

Nell'economia contemporanea la condizione di merce spetta anche alle persone: tutto è merce e mercato, il marketing attraverso i mezzi di comunicazione dà ad ogni cosa, anche la più stupida, un aspetto invitante e affascina e incoraggia le persone a continuare a divorare (mi chiedo perché, anche se tutti si lamentano che non hanno soldi, quando escono di casa comunque non rinunciano a comprare una qualche cineseria…) perché nella società dello status symbol se non si ha, non si è: è palesemente un rapporto invertito tra le cose: è ovvio che nessuno intende dire di tornare ad accendere il fuoco nelle caverne perché da là l’uomo si è evoluto nella sua immagine e somiglianza a Dio, ma se si antepone l’avere all’essere, l’equilibrio presto degenera… l’origine di ogni bene è spostato nel solo possesso delle cose… si arriva al vuoto interiore.

Al contempo, la nostra epoca pretende un attivismo frenetico su ogni fronte, un rincorrere di impegni annotati in agenda ma ho l’impressione che al di là di eventi e distrazioni, pur necessari, poi quando cessa lo stimolo esteriore subentri in generale una certa passività, una noia che impoverisce l’esistenza abituata solo all’esteriorità e all’accadimento di fatti e non più al dialogo e/o ricerca interiore: tante cose accadono ogni giorno, un fiume di notizie continuo ma se la persona non si sente in rapporto emotivo ad un evento neanche vi bada (apatia) o se è coinvolta lo è per poco, per quel tanto che la notizia va a riempire la scaletta di tg e programmi o le colonne di giornali poi presto sarà dimenticata e rimpiazzata da altro.

Arriviamo ad un intelletto dissociato dai sentimenti e dalle emozioni: crediamo di sentire e invece pensiamo a un sentimento, crediamo di emozionarci e invece pensiamo ad una emozione. La capacità di sentire diventa un valore illusorio, mentre sono valori reali il distacco il calcolo.

In questo vuoto interiore apatico si insinuano i malesseri sociali: paradossalmente si è gruppo nel tifo allo stadio ma si denigra chi scende in piazza e uso il diritto allo sciopero; hanno gioco facile a rimboccarci fino all’obesità di calcio, di gossip,di seni al silicone che esplodono, di un morboso voyeurismo su che cosa accada nel letto di ciascuno.. la manovra di ipnosi mediatica riesce
…continua…

Anonimo ha detto...

PARTE III …continua…
facilmente, l’attenzione è spostata dalle zone d’ombra dove si decidono e si spartiscono gli interessi. In un certo senso, benvenuta crisi se servi a pungolare gli animi intorpiditi….ma attorno mi sembra si continui a somministrare alla vecchia maniera ancora dosi massicce di frastuono generalista: forse ci considerano come gli spettatori che assistono immobili ad una partita a tennis con le testoline che si muovono a destra e a manca.

Per non parlare poi di come gli interessi economici creino e sfruttino questa passività interiore incatenandola ancora più pesantemente con le paure: la piaga delle malattie (reali o studiate a tavolino?) è sempre di moda con scaffali svuotati degli psicofarmaci e negli ultimi mesi di quei prodotti per lavarsi continuamente e ovunque le mani: cari psicotici, vi chiedo: come abbiamo fatto noi a sopravvivere fino ad oggi sani (a parte l’inquinamento)?

La paura ci rende schiavi e ancora più meschini e chiusi nei nostri egoici piccoli mondi, la separazione aumenta la paura: la nostra società è ‘autistica’: sente (???) dentro ma non riesce a comunicare con il mondo esterno (o gli è impedito?), ne rimane separata , isolata: abbiamo perso la fiducia reciproca e mi chiedo come possano, e succedono, episodi di violenza su autobus o lungo i marciapiedi nell’indifferenza completa: siamo uomini e donne e dovremmo aver imparato che l’unione fa la forza e che il rispetto della dignità di uomini e donne (non di pecore) va preteso di fronte a chiunque.

Alla luce di questa separazione, a livello del singolo e sociale, si diventa, per me, pecore ancora più facilmente ammaestrabili da qualsivoglia pastore (o lupi travestiti?).

I sentimenti e il lavoro intimo della ragione non sono molto apprezzati: l’esercizio delle più fini facoltà del cuore e della mente giacciono stagnanti in quel vuoto interiore ( ricordate il Nulla che tutto divorava in quel film ‘La storia infinita’ con il cane-drago volante?) e non sono apprezzati o sono calunniati se non sono in funzione dell'ordine prestabilito, dello sviluppo tecnologico e del buon funzionamento economico della società: in quel film mi sembra che alla fine il mondo fosse salvato da una lacrima di una bambina principessa, la lacrima nasce dall’anima, da dentro.

Dunque come diceva, grosso modo, Sallustio, autore latino:

… fatti non foste per volgere il ventre verso l’erba e pascere come pecore, ma per volgere il capo verso il cielo…

e aggiungo anche questo:

Publilio Siro nel I sec. a.C. in una sentenza rileva che "Alla povertà manca molto, all'avidità tutto".

Maledetta questa avidità che ora ha presentato il suo conto, peccato che fin che era andata bene, andava bene per tutti e ora, le differenze sociali si riacutizzano e amaramente mi tocca condividere quello che è sulla bocca di tanti: chi era ricco è rimasto ricco e sta meglio e gli altri devono tentare di arrancare ogni mese.
Prendiamola come descrizione di uno stato di fatto, penso anche, però, che i ‘soliti’ hanno creato nella società strutture politiche ed economiche a prova di bomba per la salvaguardia dei loro interessi: strutture chiuse in una nicchia impermeabile e impervia ai cambiamenti, ostinatamente sorda alle richieste che vengono dal basso, soprattutto se puntano al conseguimento di un bene maggiormente diffuso.
Il cambiamento comincia dentro ciascuno di noi, così voglio sforzarmi di essere positivo… si dice che quando l’acqua tocca il cu.o, si impara a nuotare…già una presa di coscienza critica, una ri-scoperta di ciò che ci sta attorno è importante: ognuno, per così dire, vibrerà in risonanza con ciò che avvertirà come il ‘suo’ giusto.

Ho ragionato con la mia testa e il mio cuore, sbaglia chi voglia riconoscervi messaggi politici.
Alcuni spunti sociologici sono di E. Fromm, un autore che apprezzo.

Grazie Iside per l’opportunità offerta sul tuo blog.

Stefano

christian ha detto...

Complimenti per il Post Stefano.
E. Fromm un autore che piace moltissimo anche a me, ed un libro che consiglio a tutti di leggere e’ "L’arte di Amare"

buon proseguo a tutti

Iside ha detto...

Carissimo Stefano ,
non trovo le parole per farti le mie più grandi congratulazioni e hai la mia vera autentica Stima , non cè ne sono persone come te , in effetti avrai notato che pochi hanno postato in questo post , mi meraviglio di ciò perchè il far sapere quanto ne aproffittano di noi è un nostro diritto . Grazie dal profondo del cuore sei nell'autentica ragione i telegiornali parlano solo di cazzate e nascondo le verità , vogliono sempre farci passare per degli iodioti , sai Stefano purtroppo caro siamo noi gli sciocchi che accettiamo sempre e siamo da una parte un popolo di vigliacchi perchè sappiamo vediamo ma ahimè ..... ci fa comodo così, dovremmo prendere esempio dal popolo di Brasilia non credi ? Grazie infinite Iside

Iside ha detto...

Grazie Christian

pensa da anni leggo e rileggo il libro che tu hai segnalato .

Iside