giovedì 25 marzo 2010

Violenza Morale.


Cos'è la violenza morale?

E' una minaccia ,la prospettazione di un male futuro ( non è violenza fisica che determina la nullità radicale ).

Prospettazione di un male (non è violenza fisica che determina la nullità radicale).

Prospetazione di un male ( da parte del nubente o di un terzo ).
Prospetazione di un male deve provenire da un soggetto diverso da quello che subisce la minaccia (ab estrinseco ,non deve essere una forma di autosuggestione )e deve provenire da una persona umana , non da una forza naturale .

La minaccia deve essere grave cioè relativamente a qualità soggettive come età , cultura , famiglia con un limite che comunque minaccia debba essere estrinseco (lodex 83 fa pesare gravità con metro soggettivo , non più oggettivo come una volta.)

Timore indiretto rilevante una minaccia che non abbia come finalità diretta quella di far celebrare il matrimonio , ma porta lo stesso a questo risultato .

Timore Reverenziale : una figura particolare della minaccia morale, porta la nullità del matrimonio o di altro caso . Non è regolato dal codex è giurisprudenziale.

Questo è un esempio tratto : su un Testo Del Diritto Canonico .

Mi chiederete perchè ho scritto ciò , solo allo scopo di divulgare che è il vissuto che abbiamo in questi nostri anni noi stiamo subendo la vera violenza morale .

Buona giornata .

Iside

20 commenti:

Anonimo ha detto...

...purtroppo hai ragione Iside, troppa, troppa, troppa violenza morale...

Milena 06.01.73

Anonimo ha detto...

Ciao Iside ,ti seguo da moltissimo,anche se nel blog intervengo poco... ma veramente ci sono troppi soprusi e troppa violenza......
rita 17 06 59

Anonimo ha detto...

Dopo aver suggerito alla Cara Iside l'articolo di Toffolo, che pare aver suscitato onde di dottrina ed autentica partecipazione, intervengo anch'io con delle considerazioni personali e con una conversione analogica del modello “furbi mone” in “antirazzisti razzisti”. Poco tempo fa ho voluto complimentarmi personalmente con Toffolo, che non conoscevo di persona, incrociandolo nel Piazzale Roma di Venezia mentre mi recavo a Mestre dal dentista! Circostanza non delle migliori! Ci siamo congedati ripromettendo di vederci. Seppi da un amico collega docente di Ca' Foscari che qualche tempo fa fu organizzata una sorta di premiazione del Personaggio Lino Toffolo da parte dell' Elite Universitaria, ma osservai che era poco per un Toffolo che avrebbe meritato una laurea honoris causa in sociologia per la messe delle sue osservazioni! Nell'articolo sui furbi e i mone, che ha tutta l'ironia e il sapere di una cultura Veneta che si ritrova nel Milione di Marco Polo o nei Diarii di Marin Sanudo, Toffolo adombra un modello d'interpretazione di una società come quella italiana che non é nuovo né per la società italiana né per la società in genere. La faccenda se si vuole colta cioè approfondita si renderebbe assai complessa e si andrebbe per le lunghe...(continua)

Anonimo ha detto...

...Per esemplificare e semplificare la faccenda si pensi a quelle coppie marito e moglie che non fanno che baruffare e lamentarsi l'uno dell'altro ma che stanno sempre insieme! Ecco che la loro società é fatta proprio di questo. Se smettessero di lagnarsi si separerebbero perché separati non avrebbero più di che lagnarsi. I mone e furbi si lagnano ma continuano a stare insieme e non si combattono mortalmente. Questo in psicologia si chiama Teoria dei Giochi ed é uno dei tanti sviluppi della Psicoanalisi. Nel modello di Toffolo i furbi sono come i bari nel gioco e i mone sono gli onesti, cioè quei giocatori che giocano rispettando le regole. Ma quel che é fondamentale notare é che anche i bari stanno alle regole ... ma per violarle! NESSUNO CONOSCE LE REGOLE MEGLIO DI COLORO CHE LE VIOLANO!. Un amico avvocato mi confidava che alcuni malviventi si consultano prima con l'avvocato per come procedere in un furto onde diminuire l'impatto della pena e del reato in caso di fallimento. Per questo la criminalità per uno Stato é un pericolo relativo! In fin dei conti rubano dei soldi che rimetteranno subito dopo in una qualche banca di Stato! Per uno Stato é assai più pericolosa l'Ideologia. Quando il Cristo restituisce la moneta e dice “date a Dio quel che é di Dio e a Cesare quel che é di Cesare” compie un atto assai più eversivo di qualsiasi crimine. Infatti finì malissimo e non ebbe sconti di pena.... Ora per ritornare al tema del sociale che é la chiave della necessaria comunione dei furbi e dei mone, introduciamo il caso del confronto tra gli antirazzisti e i razzisti, che é una variante dei furbi e dei mone con una complicazione interna...(continua)

Anonimo ha detto...

...Quando un individuo con tutto il suo carico di timori congeniti, come la perdita della propria salute o del benessere, si occupa del sociale dovrebbe procedere con cautela. Il punto di vista del sociale non é fatto per consolarlo o salvarlo ma più spesso per sacrificarlo, il che ancorché necessario socialmente potrebbe demolirlo impoverendolo o ammalandolo. Coloro che sostengono invece l'integrazione e l'accoglienza dello straniero come gli antirazzisti, che in questo caso sono i furbi/mone, dovrebbero essere pronti a sacrificare le proprie risorse se vogliono essere sociali. Se pensano viceversa alle risorse degli altri per soccorrere i nuovi venuti non sono sociali né veramente socievoli, ma soltanto furbi, cioè furbi furbi! Sono gli altri a soccorrere gli altri, non loro! Quelli invece degli antirazzisti che confidano ingenuamente in tesori nascosti chissà dove e da chissà chi per una soluzione miracolistica del problema sono furbi ma mone di fatto. Ma i più mone sono i razzisti, i mone mone, che si rendono antipatici insistendo la difficoltà del problema. Il problema infatti che i mone denunciano non é aggiungere un POSTO a tavola ma un PASTO a tavola il che riuscì soltanto al Figlio di Dio tanti anni fa durante una cerimonia di nozze. I furbi ci fanno credere che un pasto é un posto, mentre i mone si ostinano a distinguere un pasto da un posto come una razza che produce figli cui si deve dare un pasto, da una razza che produce aborti cui non si dà nemmeno una tomba, come pare accada invece in Giappone paese del tutto privo di immigrazione! Che Toffolo sia geniale lo dimostra anche questa nostra complicazione del modello che distingue i furbi/furbi dai furbi/mone e dai mone/mone nella versione antirazzista razzista.

Suo o tuo prof. Renato

valentina ha detto...

cara iside se puoi m potresti risp al post della leggerezza di marzo perche' e' una cosa che mi sta' a cuore grazie fin da ora valentina6/9/80

Iside ha detto...

Gentile Professore in questo luogo Lei per noi ci dà e ci offre un Onore che ci distingue .
Mai si potrebbe pensare che un Uomo della sua cultura e della sua conoscenza ci voglia insegnare cose che tanti non conoscono : la umiltà e la dignità per il prossimo .

La ringrazio e questo porta in me ancora molta ma molta più forza di continuare a essere chi sono .

Grazie Iside

Carlo ha detto...

Grazie a chi ci dona parte del proprio sapere.

Iside hai consigli di gioco per domani?

Saluti

Iside ha detto...

Carlo caro,
devi e dovete giocare quello che c'è qui numeri ancora in gioco quindi mi raccomando la mia data che è composta con i numeri 17 sono buonissimi anche con il 13.

E la cosa bella situazione è sempre 88.17. 88.e quello che io ho abbinato.

un abbraccio Iside

dario ha detto...

Egr. prof. Renato, io mi annovero nella categoria dei mone (sig !!!)Come in qualsiasi cultura ci sono i succubi e quelli che li che si impongono. Qui buttarla sul razzismo mi pare troppo sempliscitica per racchiuderla in 4 righe. Stia pur certo che i furbetti ci sono anche li cosi come i mone. La questione è proprio morale. Se uno fa il furbetto e nessuno gli dice mai niente, questi si sentirà autorizzato a perpetrare il suo intento. Il vero furbo è quello che non si fa beccare perchè è conscio di quello che fa contro la morale. Ruba tanto nessuno gli farà mai niente, usa violenza fisica e verbale, tanto rimarrà impunito e chi piu ne ha piu ne metta. Nella mia esperienza vissuta (poca) a fare il mona ci si rimette sempre è un Dogma, però aver fatto magari la cosa giusta pur passando per mona non ha paragoni per il proprio inconscio e la morale. Vi saluto con queste elucubrazioni mentali. . .
Dario BL

Anonimo ha detto...

SONO MANUELA SONO NATA IL 23 O6 7O MI DICI COME SARA IL 2OIO X ME CHE E INIZIATO GIA MALE IL TUO BLOG MI PIACE MOLTO OLTRE CHE INTERESSANTE E ANCHE MOLTO ISTRUTTIVO CIAO E GRAZIE DEI NUMERI CIAO .

Anonimo ha detto...

Egr. Signor Dario,
non so se questa conclusione sia per Lei gratificante ma, come Lei ha colto perfettamente, il vantaggio del mona è che può manifestarsi e confessarsi come tale. Il furbo invece non può svelarsi per quel che è, altrimenti non sarebbe più un furbo e con ciò condanna se stesso a falsificarsi perennemente...se questo non è l'Inferno...
La ringrazio per avermi fatto riflettere ulteriormente sulla faccenda in chiave stavolta
logico-teologica più che morale.
Mi chiami pure Renato.

Cari Saluti a Lei e alla Cara Iside
Prof. Renato

dario ha detto...

" un furbo e con ciò condanna se stesso a falsificarsi perennemente..." guardi Renato penso che loro non si pongano questi problemi e vivano meglio di noi che invece ce li poniamo. Ad maiora.
Dario BL
Grazie per i saluti e l'intervento

Anonimo ha detto...

Caro Dario,
dispero di poterLa consolare, ma di questo problema in termini di vittoria o di sconfitta, mi sono occupato nei miei studi di strategia militare, che tanti anni fa confluirono nella pubblicazione della prima traduzione dal cinese in italiano di un classico sull’Arte della Guerra. La strategia del cosiddetto furbo è perdente alla distanza, per la semplice ragione che il furbo ha bisogno del mona per essere tale, mentre il mona non ha bisogno del furbo per esistere. L’eliminazione del furbo consente la sopravvivenza del mona, mentre non è possibile il contrario. Concetti simili si esprimono nel “Bushido” che è il codice del Samurai. Quindi resista senza rendersi inerme però o perdere la fede nella vittoria finale!
Ancora Cari Saluti

Prof. Renato

Anonimo ha detto...

cara Iside avevi dato sul blog 17-3-13-14-18 sulle ruote di ve-na....io li ho giocati anche per tutte ed è uscito 1 terno a roma...GRAZIEEEEEEEE Micaela.....bisogna continuare sulle ruote che hai dato o sospendo ?

Anonimo ha detto...

cara Iside sul blog avevi dato 17-3-13-14--18 su ve-na--io li ho giocati anche a tutte e ho fatto 1 terno a roma.GRAZIEEEEE devo continuare sulle ruote che hai dato o sospendo? Micaela

Anonimo ha detto...

Buonasera al prof. Renato, a Iside e a tutti.
Ho letto con grande interesse il suo intervento professore, il taglio è decisamente interessante... la figura dei 'mone e furbi', come un archetipo sociale, per analogia, interpreta i binomi moglie e marito, giocatori e bari, razzisti e antirazzisti... Mentre leggevo di questi rapporti intrecciati di dipendenza... e lamentele...e baruffe e avvocati che spuntano ...e i soliti che si lamentano e si stracciano le vesti e quelli che ne approfittano e pubblicamente 'si battono il petto in chiesa alla domenica'... ho pensato ad un certo punto alla 'commedia degli equivoci': so che ha una lunga storia ed è arrivata fino a noi, aggiornata, ma sempre in grado di divertire il pubblico. Rimango un po' stupito nel pensare che il palcoscenico è però questa volta il nostro vivere quotidiano dove non siamo gli spettatori ma gli interpreti: forse molti si sentono semplici comparse prive di voce a differenza dei furbi(protagonisti: primi uomini e prime donne) sui quali sono puntati i riflettori: a maggiore ragione, allora, i loro soprusi sono sotto gli occhi di tutti! Molti li avvertono ma sembra non esserci il modo per redimere moralmente questi grumi oscuri che continuano a fare sfacciatamente i loro interessi... eppure ciò è sulla bocca di tutti. Nel suo ultimo intervento, tuttavia, esimio professore, offre (qui non so esattamente che espressione usare: ognuna risponde ad aspettative diverse ma ognuna può a modo suo coinvolgere l'animo) uno spiraglio di luce, una consolazione morale o la certezza di una strategia militare: il rapporto furbo(parassita)-mona è solo apparentemente un rapporto biunivoco. Esso non è incentrato su una posizione di equilibrio stabile: il difetto morale del furbo, passo dopo passo, ne segnerà la lenta rovina.
Grazie professore per i suoi interventi illuminanti, grazie a Iside per offrire questo tuo spazio quale luogo di libera riflessione,confronto, scambio e apprendimento.

Buonasera.

Stefano

Iside ha detto...

Carissimi tutti , vedere le persone che rispondono in modo così corretto e di un spessore molto intellettuale per me e un Orgoglio vedervi tutti scritti .
Io spero sempre in un intervento del Professore perchè se voi sapeste chi è...... per noi tutti è un grande Onore . Poi trovare perifino uno scritto del Professore Renato beeeee questo mi rende molto orogogliosa , significa che non sono una allieva proprio Somara solo un pochino ....

vi ringrazio tutti ancora .
Iside

Anonimo ha detto...

Il blog della nostra Cara Iside e suoi affezionati interlocutori mi hanno offerto il destro per compiere un atto di riconoscenza. Lino Toffolo ne è stato l’avvio e il mezzo. Sono riconoscente alla mia terra, alla sua cultura e alla sua storia. L’archetipo fondante è la "mona", quel femminile cioè che si riassunse nel governo della grande madre: la Serenissima. Laddove altri governi e culture puntarono sull’orgoglio, la violenza, la furberia e l’arroganza, i nostri avi installatisi nella bellezza di queste nostre terre non tralignarono da un principio che li rese laboriosi, umili e resistenti come solo può esserlo la Donna. Furono più femminili che maschili e qualche volta anche oggetto di scherno. Ma vinsero perché come dice un detto…”do schei de mona in scarsea”… Comicità, ironia, servizio furono cardini di una classe politica e di un popolo che mai si dichiarò furbo ma piuttosto mona anche per l’aspetto erotico che fu stile di linguaggio, arte e commercio. Ha intelligentemente visto quell’interlocutore che mi viene di chiamare Sallustio per la sua citazione (alias Stefano) … Sono stato soprattutto uomo di teatro e in giro per il mondo e all’università dove ho insegnato ho alternato lo scherzo alla serietà e alla fatica. Così mi sono formato nella mia Venezia, in quei licei e nel tempo trascorso nella Biblioteca Marciana … Se fossi stato più furbo chissà … ma sono dalla parte della Mona e non posso concludere se non ricordando il principe degli strateghi cinesi che paragona la strategia di vittoria a quella del femminile. La violenza è tetra come la mafia e si ritiene furba. Se lo crede ha perso. E’ brutta e deve nascondersi!

Sempre Cari Saluti a Iside
Prof. Renato

Iside ha detto...

Caro Prof. Renato è Lei che ci dona tante pillole di conoscenza e saggezza e noi tutti siamo qui Onorati ad attendere il suo Insegnamento .
Sempre Grazie con Devozione
Iside